Rosa Cassese su «Ingólf Arnarson - Dramma epico in versi liberi» di Emanuele Marcuccio
«Ingólf Arnarson» di Emanuele Marcuccio
Recensione di Rosa Cassese
Nel suo dramma epico in versi liberi «Ingólf Arnarson», l’autore denota capacità descrittiva, immedesimazione nelle vicende, grande forza lirica pur nella libertà del verseggiare. Dimostra una mente prolifica, capace di concatenare fatti di guerra, eventi lieti o amorosi, scontri anche cruenti, con una capacità tale da avvincere il lettore, nonostante la difficoltà del “gustare” l’epica drammatica. Concatenazione, avvenimenti che si susseguono, facendo emergere personaggi di una terra lontana, l’Islanda, avvincente col suo paesaggio e, nelle imprese degli “attori” che sono personaggi forti, ironici, cruenti, felici, romantici. Espressioni in versi come “sento l’inesatta scienza/ dei sognatori; è noia il tempo,/ null’altro che dolore e affanno” (p. 90, atto II, vv. 406-8) e quelle che seguono, mettono in rilievo la formazione classico-romantica dell’autore e la vasta cultura, acquisita con lo studio e con la passione per la letteratura, la poesia e l’arte in genere.
Un ottimo libro da proporre come lettura scolastica per forgiare le menti, facendole appassionare alla cultura e al gusto del verso fluente e savio.
Rosa Cassese, 27-6-2018