"Distacco terreno" / "Per i terremotati d'Abruzzo" (Dittico poetico di Rosa Cassese ed Emanuele Marcuccio)
Distacco terreno / Per i terremotati d'Abruzzo (Dittico poetico[1] di Rosa Cassese ed Emanuele Marcuccio)
Distacco terreno
Un susseguirsi di "morti"
unico conforto il Sole
come estremo saluto
l'Amore
il dolore del
distacco;
ognuno va
per la sua via,
chi tra le tende
chi nell'etere
a vagare
chi in Paradiso
chi tra mucchi
di pietre,
tra tumuli
e detriti
da cui, forse
non si libererà più...
La scena, si conclude
con un
abbraccio corale...
(Aprile 2009)
Rosa Cassese
Per i terremotati d’Abruzzo
Tutto hanno perduto,
le macerie li han travolti
e in un minuto
le loro case, la sicurezza
li ha abbandonati.
Corpi dispersi,
corpi ritrovati
vivi e feriti,
che si perdono nella massa informe,
che si annullano tra le macerie
nella rovina,
nel pianto,
nell’abbandono.
Vista orribile, dolore orrendo!
I sopravvissuti che sopraggiungono
si perdono in quel mare di cemento,
si confondono nella rovina di quelle case,
e chiedono aiuto, a tutti chiedono aiuto!
(8/4/2009)
© Emanuele Marcuccio
(dall'Antologia poetica di autori vari Demokratika, Limina Mentis Editore, 2010, p. 249)
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[1] Dittico poetico in quanto ognuno ha scritto la propria poesia, non c'è stata alcuna collaborazione, c'è solo il tema comune, ecco perché dittico poetico e non duetto o poesia a quattro mani.
Questo dittico, insieme a tanti altri, sarà prossimamente pubblicato nel Volume antologico Dipthycha, prima antologia da me ideata e diversa da tutte le altre.