Trenta pensieri poetici di Daniela Ferraro
Trenta pensieri poetici
di Daniela Ferraro
Quadro di Tamar Modebadze
E tornerà ancora il giorno. Senti nell’aria la sua nuova promessa afosa che già tremola tra le ombre screziate delle case e il rifiorire di un effervescente cinguettio di uccelli. E il passato diventa ricordo delle vicissitudini della vita mentre il futuro riprende la sua corsa lungo questo fluire incessante di strade che potranno portarti ovunque.
Opera di Tesauro Art
Realtà e sogno... ambedue lusinghieri e carichi di promesse, ambedue, spesso, fallaci. Realtà e sogno che spesso si confondono tra loro trascendendo il sottile diaframma che li divide e colorandosi l'uno delle tinte dell'altro. Come non puoi non vivere, così non puoi non sognare, e la vita si rafforza nei sogni e i sogni traggono, dalla vita, alimento. Tu che hai deciso di non sognare più, stanotte, chiudendo gli occhi, non potrai ostacolare il tuo nuovo, onirico viaggio che ti dirà che, come non puoi obliarti della vita, così pure non puoi cancellare i tuoi sogni. Al di là della porta ti attendono: vivi e... sogna!
Meglio un'infausta certezza che un dubbio insoluto. La prima ti logora per un tempo limitato, il secondo per sempre.
Foto di Bruno Maggini
Quando si allungano le ombre e non puoi che afferrare di te solo un'immagine capovolta.
Quadro di Tamar Modebadze
E anche questa notte scenderà, strisciando, giù dai colli a reclamare il proprio tenebroso dominio. Sotto il lento velare delle cose, ombre stellate ingigantiscono dita sottili a liberare i primi sogni ancora abbacinati dall'ultima vampa del tramonto.
- Sarai ancora tu, madre, il nostro conforto, una nera madre rassicurante di promesse d'oblio.
- E, nell'oscuro, ancora i passi di un pensiero ribelle, rallenta avvinto da un inquieto torpore, come fantasma privo ormai di sostanza alfine... si tace.
Irraggiungibile luna... fiacco il respiro e troppo breve il passo.
Foto di Bruno Maggini
E sfoglierai le nuvole del cielo per cogliere i battiti di questa luna che a te si cela, pudica, tra atavici rossori? L'ora si fugge e l'intentato sa di mandorle amare. Brevi le dita, immenso l'universo dei sensi... affretta il passo!
Foto di Bruno Maggini
Certi desideri, a volte... così vacui e inafferrabili come il brusio di un'alba che si rispecchia tra assonnate, voluttuose ciglia.
Certi desideri che fanno parte di noi, arcani riflessi dell'ebbrezza di un Io che freme esplosioni di occulte attese.
Foto di Bruno Maggini
Quando l'universo si concentra all'interno di un piccolo battito... e tremi nuovamente di vita.
Placidum speculum castitatis mei animi tui oculi sint, lectus incompositus meis turpioribus bramis tuum corpus sit.
Siano i tuoi occhi placido specchio della purezza del mio animo, sia il tuo corpo letto scomposto dei miei più inconfessabili desideri.
Parvi et angusti serenitas sine rugis est, magni atque ampli profundae pertubationes sunt. Ventus in oceano fluctus excitat, acquarum speculis brevibus parcit.
È propria dell'uomo dappoco la serenità senza angustie, appartengono, invece, al Grande i profondi turbamenti dell'animo. Il vento solleva le ondate nell'oceano, risparmia i piccoli specchi lacustri.
Quadro di Tamar Modebadze
Forse tutto è cominciato così... una minuscola scintilla fuggita via dall'ardente fuoco divino e là, dove ancora tutto era buio, la Natura l'ha trovata tra le pieghe della sua ampia veste. Incuriosita, l'ha presa tra le mani, le ha soffiato sopra e, d'improvviso... la Luce! Perseguitata e riverita, amata e rinnegata, maledetta ed osannata assieme, era nata la Vita!
Quadro di Tamar Modebadze
Quando un giorno, di te, non rimarrà neppure una goccia in cui specchiarmi, quel giorno romperò tutti gli specchi per non vedervi, riflesso, il Vuoto!
Sol si potesse chiudere il cuore così come si chiudono gli occhi... ma il cuore ha palpebre trasparenti.
Era venuto l'Amore, scalzo nei piedi... ma tu ascolti soltanto ciò che è rumore.
Opera di Gustav Klimt
È scesa la notte... e il cielo si confonde col mare in un'unica volta fluorescente. È l'Infinito che abbraccia il finito che, reso più audace dall'aereo abbraccio, sembra straripare all'infuori dei limiti che l'insana natura gli ha preposti.
Infiniti, Immensi anche noi, quasi confusi tra la terra e il cielo, respiriamo dei sogni degli Dei.
Di tutte le cose che non mi hai detto, mi ha fatto più male quella che hai saputo tacere meglio.
Il poeta è sempre insoddisfatto perché inadeguata è l'espressione linguistica alle parole dell'anima. Il poeta sempre stupisce, nel rileggersi, dei risvolti espressi del proprio io che prima gli erano ignoti. Il poeta è sempre infelice perché, scavando nelle pieghe più recondite del proprio essere, non può che trovare il dolore. Il poeta è il profeta di quello che è stato all'interno di un incerto sarà. Il poeta è un bambino che gioca a palla con la propria anima sempre temendo che non torni più indietro. Il poeta è quella timida stella, lassù, che gela di solitudine agognando di bruciarsi nel sole per poi ritornare, nebulosa, a costruire nuovi universi col battito incontaminato della sua anima. Il poeta sei Tu che, con greve respiro, reggi a stento il peso della vita eppure, nonostante tutto, riesci ancora a volare!
Quadro di Tamar Modebadze
Questo grande mare di attese... la ricerca affannosa di una voce che galleggi nel silenzio e capace di illuminare le sagome oscure delle nuvole.
Quadro di Tamar Modebadze
La tua libertà... i limiti che ti impongono gli altri. I tuoi ideali... la mancanza di collaborazione nell'attuarli. I tuoi desideri... infranti contro l'altrui indifferenza. Il tuo Dio, isolato, che piange e a cui non sai per quanto tempo potrai ancora asciugare le lacrime prima di cadere, anche tu, nel gorgo dell'indifferenza.
Chi non ama se stesso, ha sempre in odio anche il prossimo; chi troppo si ama, lo disdegna; chi ama in se stesso la propria umanità, sarà sempre ricolmo d'amore verso tutti.
«La natura vince sempre...» ha detto qualcuno. Tremo al pensiero di quale possa essere realmente la natura umana. Homo lupus o deus homini? Ognuno di noi conosce, almeno in parte, se stesso e la propria natura... assecondare il bene, ripudiare il male... libertà non deve coincidere, infatti, con la libera espressione degli istinti primordiali, ma con la valorizzazione ed esaltazione di quanto di più bello e nobile possa in noi esistere. Il "cattivo" (da "captivus diabli") non è, infatti, un uomo libero, ma un "prigioniero del male". Cerchiamo di migliorarci, sempre, e quanto più ci riusciremo, tanto più saremo liberi.
Non saprei dire quante lacrime ho versato nella mia vita, ma posso dire per certo che non sono state inutili se da esse è sbocciata la Donna!
Opera di Gustav Klimt
Se tu sei un sogno, dimmi di non svegliarmi, se sei una realtà, dimmi che non lo sei. Non credo nel sole quanto nella luna e nelle stelle che carezzano piano quello che il sole sferza e inaridisce. Amami sempre tra la luna e le stelle, altra luce non voglio né conosco che non sia il delicato riverbero di un sogno, eterno, d'amore.
Ho sognato di te come un bimbo sogna l'aquilone, e la vela spiegata il vento e la messe ancora verde la carezza del sole. E ho sognato di essere sottile, fatua, evanescente per svaporare attraverso le sbarre di questo luogo d'ombra ed intingermi del respiro dei tuoi sogni quando, da solo, chiudi gli occhi eppure sai... che ci sono!
Sognando evasioni... il cielo ha solo nuvole stanotte, non stralci di verde né gorgoglii di ruscelli in piena, solo l'avulso picchiettare della pioggia sull'asfalto sgretolato dal peso della vita.
Quadro di Maria Rocca
Niente è reale, tutto è solo apparenza. Viviamo di illusorie parvenze all'interno delle quali esplichiamo una nostra illusoria realtà, il nostro sogno di vita. Parvenze anche noi, senz'altro, piccola ed illusoria cosa la nostra vita eppure siamo capaci di creare, in un attimo, ciò che l'Universo ha forgiato per millenni. Una carezza, uno sguardo, un sorriso… e niente è più vero ed immenso di te mentre reinventi, in un solo istante, l'Amore!
Vorrei parlare con te di questo amore senza stelle, e rinnegato, e ripudiato, e confinato in quell'angolo oscuro del mio cuore dove i sogni si spengono in vagiti di pianto, pallide nebulose che mai vedranno la luce di un universo negato.
Svegliarsi al mattino, barcollare assonnati verso la finestra dalla quale fa capolino il buondì del giorno. Il mondo è sempre lì, immutabile eppure sempre diverso a seconda di come lo guarderanno i tuoi occhi, di come verso di esso sarà disposta la tua anima. Sarà ferita e logorio ai tuoi sensi affranti l'indiscreto bagliore o delicata carezza all'interno della quale raccogliere le tue rinnovate, trepide speranze o danzerà con te all'interno del gioioso tumulto del tuo animo? Niente è come è, il tutto è nei tuoi occhi, tu sei l'artefice, tu il mago, tu il giornaliero pittore di questa nuova tela bianca che ti si offre, bramosa, perché tu la intinga dei tuoi colori di vita. E lei è sempre lì, ogni giorno, che ti aspetta dietro la finestra socchiusa, che sorniona ti sfida, ti ammonisce, ti ricorda principalmente che mai e poi mai dovrai farti frenare dalla paura di potere, anche tu, essere felice!
Quadro di Giuseppe De Nittis
M’infastidiva, un tempo, l’asciutta calvizie della neve e vi affondavo le mani alla ricerca di un filo d’erba. M’infastidiva la protratta ricerca così come il ritardo di una scontata primavera. Erano i tempi delle certezze in cui sogni, speranze, persino promesse mai fatte potevano trovare compimento e ogni altro caso avverso non poteva non apparire come una fastidiosa bizzarria fuori posto all’interno di un tutto così già ben stagliato e razionalmente definito.
Erano i tempi delle certezze… e, d’un sospiro, ora dilungo lo sguardo sopra coltri intangibili.
Daniela Ferraro
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