“La vita violata”, poesia di M.E. Biondo, con un commento di Lorenzo Spurio
LA VITA VIOLATA
Osserva, Svegliati!
Non continuare a vivere,
a credere di vivere
un’esistenza
violata da un muro
invisibile ai tuoi occhi
che fa male.
16 giugno 2013
Maria Elena Biondo
COMMENTO DI LORENZO SPURIO
È essenziale e dal gusto minimalista, non c’è niente di superfluo ed è per questo scarnificata e pura (la punteggiatura è rarissima e i tempi vengono dati dagli “a capo”). La sintassi è semplice e di uso quotidiano e tutta la lirica si concentra, a mio modo di vedere, attorno a due immagini: quella del muro – un elemento di costruzione dell’uomo che limita, occulta e divide – e che, quindi, ha una connotazione negativa e di segregazione e la violenza implicita nel termine “violata”.
Leggo nella lirica una certa mestizia, un tono un po’ sofferto nel ricordare il passato, una nostalgia corrotta da un qualcosa di poco felice che annebbia il ricordo e “affatica” il presente.
Nel termine “violata”, che ha una forza acuminata, quasi urlata, posso leggerci un dramma privato non risolto, una grande desolazione, una perdita vissuta come fonte di una malcelata rassegnazione o pacificazione con sé stessi, un abuso – tanto fisico che psicologico – insomma un qualcosa di triste sia a viverlo che a ricordarlo e che, pertanto, la mente ha inconsciamente collegato nel processo costruttivo della lirica all’immagine del muro, quasi voglia segregarlo, incarcerarlo e lasciarlo lì per sempre, buttando via la chiave.
Lorenzo Spurio
30-06-2013
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