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Pro Letteratura e Cultura

Hannah Arendt: sulla "banalità" del male e la radicalità del bene

8 Marzo 2014, 22:08pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

 

http://1.bp.blogspot.com/--iUtyY6e0Rg/URP3HOWlWII/AAAAAAAAAGQ/BN_ncWXF9L0/s1600/hannah+arendt.png

 

«Ho cambiato idea e non parlo più di "male radicale". […] Quel che ora penso veramente è che il male non è mai "radicale", ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla sua superficie come un fungo. Esso "sfida" […] il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e, nel momento in cui cerca il male, è frustrato perché non trova nulla. Questa è la sua "banalità". Solo il bene è profondo e può essere radicale.»


Hannah Arendt, Lettera a Scholem, 1963

 

 


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