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Pro Letteratura e Cultura

Lucia Bonanni traduce in dialetto aquilano, "Per i terremotati d'Abruzzo" di Emanuele Marcuccio

9 Gennaio 2017, 23:38pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

 

PER I TERREMOTATI D’ABRUZZO1

 

 

Tutto hanno perduto,

le macerie li han travolti

e in un minuto

le loro case, la sicurezza

li ha abbandonati.

Corpi dispersi,

corpi ritrovati

vivi e feriti,

che si perdono nella massa informe,

che si annullano tra le macerie

nella rovina,

nel pianto,

nell’abbandono.

Vista orribile, dolore orrendo!

I sopravvissuti che sopraggiungono

si perdono in quel mare di cemento,

si confondono nella rovina di quelle case,

e chiedono aiuto, a tutti chiedono aiuto!

 

 

8 aprile 2009

 

Emanuele Marcuccio

 

 


1 Emanuele Marcuccio, Anima di Poesia, TraccePerLaMeta Edizioni, 2014.

 

 

PE’ JIU TARRAMUTU DE J’ABBRUZZU1

 

 

Tuttu quantu se so’ persi2,

(‘mezzu a jiu dirupu)3

ij muri se so’ sciricati4

e a issi se so’5 accarrati ‘nnanzi

e entro ‘nu minutu

le case se so’ sbriccate6, lo bbóno7

ij’ à lassati.

Corpi arruati8 de qua e dellá

corpi retróáti

vivi e tormendáti9

que se perdu entru tanta tisolazió10

que non se recónúsciu ‘mmezzu a le macerie

‘mmezzu a la ruina

‘mmezzu a iju piantu

‘mmezzu a iju tormentu.

Dolore scuru, tristu lamentu!11 

Quiji que non so’ morti révengo arréte12

se perdu entru ‘nu mare de cementu,

s’accappanu13 éntru la disgràzia de quéle case

e addómannanu ajiutu

(sperzi e accorati)14

a tutti quanti addómannanu ajiutu!

 

1 ottobre 2015

 

Traduzione di Lucia Bonanni

 

L’autrice della traduzione ha dichiarato, sotto la sua unica responsabilità, di essere l’unica proprietaria dei diritti sul testo e che la pubblicazione su questo blog è consentita dietro sua autorizzazione. La pubblicazione – in forma integrale o di stralci – senza corretta attribuzione non è permessa, in assenza del permesso dell’autrice. 

 


1 Traduzione in dialetto aquilano di “Per i terremotati dʼAbruzzo” di Emanuele Marcuccio, a cura di Lucia Bonanni. Riguardo al titolo ho tradotto con “Pe’ jiu tarramutu de j’Abbruzzu” (Per il terremoto dell’Abruzzo) perché la parola “tarramutati” in aquilano non è molto usata. [N.d.T.]

2 Nel primo verso ho preferito tradurre con “tuttu quantu se so persi” invece che “tuttu ànnu persu” perché così si realizza l’allitterazione in “i” a fine rigo nei vv 1, 3 e 4.

3 I versi tra parentesi sono stati inseriti per dare forza alla traduzione. “Dirupu” qui sta per evento tragico, cataclisma.

4 Rovinati, devastati.

5 Nei versi 1, 3 e 4 ho volutamente ripetuto l’espressione se so’ per formare unʼanafora.

6 Macerie, sassi, bricco è il sasso di piccole dimensioni.

7 “Bbòno” sta per il “bonum” latino, cioè le cose buone quindi la sicurezza.

8 “Arruati” sta a significare buttati in mezzo alla strada, “rua” infatti vuol dire strada.

9 Tormentati come sinonimo di feriti.

10 “Tisolaziò” sta per “massa informe”.

11 “Dolore scuru, tristu lamentu” per tradurre i versi “Vista orribile, dolore orrendo”. La parola “scuru” viene usata con significati diversi, per esprimere sofferenza, dolore e disappunto; ad esempio l’espressione “scura mi” significa “povera me”, “tristu” ha significato simile al latino “tristus”, una persona trista è una persona poco affidabile.

12 Con “Quij que non so morti revengo arrete”, ho usato un’antifrasi per tradurre il verso “i sopravvissuti che sopraggiungono”.

13 Si nascondono, per dire che si confondono nella rovina delle case.

14 Sbigottiti e fortemente addolorati.


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