È uscita «Tra gli aranci e la menta», plaquette di poesia di Lorenzo Spurio per F.G. Lorca
Comunicato Stampa
In questa plaquette ci sono versi di un’espressività e di una suggestioneinfinite. Tenerezza nel parlare dellevicende di García Lorca che rubai colori all’entorno e vaga nellememorie dei sapienti, alza le roccea scovare scorpioni. Pregnantel’immagine di Gea a dire che questepoesie sono una più bella dell’altra;canti soavi in cui la leggerezzaespressiva non scopre in modorepentino l’amarezza che è celatanei versi.Questo è l’omaggio ad un Poetaimmenso nella sua produzioneartistica e nella sua feconda umanitàcome vive per uno scrittore, LorenzoSpurio, che a livello simbolico ediscorsivo enuncia rara feconditàintellettiva; uno dei pochi scrittorie poeti che non è arido desertoe cardi secchi, ma espressione dicreatività fluente, innata sensibilitàd’animo e attenzione alle vicendedell’Uomo nella sua interezza divita e letteraria.E tutto questo perché “la luce del poeta è la contraddizione” chesempre “risuscita a primavera”. (Dal Commento di Lucia Bonanni nel risvolto di copertina)
Questa plaquette contiene una decina di poesie in qualche modo ispirate dalla figura e dalla poesia di Federico García Lorca, nella ricorrenza degli 80 anni dal suo assassinio. Molte poesie hanno tratti sensitivi e impressionistici: "Doloroso [è] il suono della cicala"; "Le ali delle vespe battevano troppo veloci/ per riflettersi nell'argento liquido dei giorni" mentre la luna si nasconde "Con lo scuro incorporato e/ la camicia inargentata". La silloge è al tempo stesso una rievocazione ed un'invocazione del poeta, con un fondo di accoramento che si scioglie nel colloquio con le piante e con la natura, in sintonia col sentire del poeta e in risonanza con i suoi versi: "Os hablan las cosas/ y vosotros no escucháis" come Spurio cita il poeta in esergo. A volte l'aggancio è ulcerante come un uncino: "una madre rimesta nell'utero con dita adunche"; "El niño che ha muerto era listo para vivir/ Corría al bordo del rio con risa suave", annota il poeta marchigiano direttamente nell'idioma spagnolo. Ma anche la rievocazione più accorata rifiorisce nella freschezza della poesia di Federico, che ci piace ricordare con "Sul volto un sorriso di gigli freschi" (Dalla nota di Quarta di Corrado Calabrò).