Esce “Petite Anthologie”, piccola antologia di poeti classici francesi, scelti e tradotti dal poeta Luciano Domenighini e sotto la cura editoriale del poeta Emanuele Marcuccio
Comunicato Stampa
Esce nella collana “Collana Arancione - Antologie” di TraccePerLaMeta Edizioni: «Petite Anthologie. Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes», sotto la cura editoriale del poeta e aforista Emanuele Marcuccio. Nel Volume, con testo a fronte in lingua originale, il critico letterario e poeta Luciano Domenighini, sceglie e traduce poeti classici della letteratura francese tra Quattrocento e inizio Novecento:
François Villon,
Marceline Desbordes-Valmore,
Charles Baudelaire,
Stéphane Mallarmé,
Paul Verlaine,
Arthur Rimbaud,
Jules Laforgue,
Francis Jammes,
Guillaume Apollinaire.
L’opera si apre con una prefazione a cura del prof. Mario Pietro Zani e si chiude con una postfazione a cura dello scrittore Giordano Tedoldi. Chiude il libro una quarta di copertina con una nota critica a cura del poeta, scrittore e critico letterario Aldo Occhipinti.
Leggere la parola “antologia” sulla copertina di un libro, riporta immediatamente, per necessità lessicale ma anche per la consuetudine di ciò che abbiamo appreso sin dai banchi di scuola, all’immagine fredda e meccanica di una “raccolta di passi scelti di uno o più scrittori confezionata per scopi didattici”. Più forte è l’associazione quando, poi, riconosciamo all’istante i nomi degli autori, perché celeberrimi esponenti di una forte e consolidata tradizione letteraria. In realtà, quando la selezione dei testi di una “antologia” è frutto non di esigenze didattico-divulgative bensì del gusto e del percorso estetico, culturale e immaginativo del curatore, la parola “antologia” si carica di una valenza ben diversa.
Vieppiù, quando, oltre ad esserne il curatore critico, del “florilegio” di testi lo studioso è anche il traduttore – originale, appassionato e attento – il libro si carica di un valore del tutto diverso da quello solitamente attribuito alla parola “antologia”: non è più un semplice e sterile “raccoglitore”, bensì un’opera d’arte autonoma e compiuta in ogni aspetto. È il caso della presente Petite Anthologie, dove Luciano Domenighini dà la sua personalissima «testimonianza di una lettura disorganica e quasi casuale, dislocata e disseminata in un lungo arco di tempo di vita e sedimentata nella memoria come un frammentario bagaglio culturale specifico».
Villon, Desbordes-Valmore, Baudelaire, Mallarmé, Verlaine, Rimbaud, Laforgue, Jammes, Apollinaire, fulgidissimi testimoni della produzione poetica in lingua francese tra Quattrocento e Novecento, sono i maestri accolti nel volume. In appendice, poi, si aggiunge un nome che, tra tanti “puro sangue” così indiscussi e rappresentativi, può sembrare un “intrus”: è quello dell’abruzzese Gabriele d’Annunzio. Il camaleontico artista italiano, in realtà, avendo contribuito – prima, durante e dopo il suo soggiorno in Francia – alla storia letteraria d’Oltralpe con opere poetiche, narrative e teatrali vergate in francese, può e deve a buon diritto collocarsi all’interno della Répubblique littéraire française della Belle Époque. È così che, a chiusura di questa squisita Petite Anthologie, possiamo leggere – sapientemente tradotti – tre dei dodici Sonnets Cisalpins, opera quasi del tutto sconosciuta in Italia, che ha sancito l’avvio dell’esperienza letteraria in francese del d’Annunzio. (Aldo Occhipinti)
Info:
SCHEDA DEL LIBRO
SOTTOTITOLO: Piccola Antologia di poesia francese: Da Villon a Jammes
AUTORE-TRADUTTORE: Luciano Domenighini
CURATORE: Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Mario Pietro Zani
POSTFAZIONE: Giordano Tedoldi
NOTA CRITICA DI QUARTA: Aldo Occhipinti
EDITORE: TraccePerLaMeta Edizioni
GENERE: Antologie/Poesia/Classici
PAGINE: 182
ISBN: 978-88-98643-35-6
COSTO: 12 €
Luciano Domenighini (Malegno - BS, 1952) dopo il liceo classico si laurea in Medicina lavorando come medico, professione che svolge tuttora.
Come letterato ha ottenuto alcuni riconoscimenti in premi letterari nazionali di poesia. Nel 2004 pubblica la silloge poetica Liriche Esemplari.
Inoltre ha svolto saltuariamente in varie sedi l’attività di critico per la musica operistica e di critico letterario.
In questa veste si è occupato di alcuni poeti italiani contemporanei raccolti nell’antologia critica, La Lampada di Aladino (TraccePerLaMeta Edizioni, 2014).
Fra questi si è soffermato in particolare sull’opera poetica del siciliano Emanuele Marcuccio, che Domenighini, in varie sedi, ha commentato quasi integralmente approfondendone la lettura critica e individuandone il ruolo nel panorama letterario nazionale contemporaneo. (Risvolto di quarta)