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Pro Letteratura e Cultura

«[...] Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem»

10 Settembre 2012, 12:47pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

Mentre parliamo il tempo sarà già fuggito, come se ci odiasse.
cogli l'attimo, confidando il meno possibile nel domani.

Da Orazio, Odi, I, 11

 

"Orazio volle infondere una serena dignità all'uomo che dia valore alla propria esistenza sfidando l'usura del tempo e il suo status effimero. Lungi quindi dall'essere un crasso e materialista invito al bere, od anche un piacere senza turbamento, carpe diem esprime l'angosciosa imprevedibilità del futuro, la gioia dignitosa della vita e il coraggio della morte; l'espressione di un valore che spesso nelle odi oraziane si confonde con l'ammirata esplorazione lirica del paesaggio, talvolta meraviglioso e sublime, talvolta a tinte cupe e fosche: riflesso perenne di un'esistenza complessa, di un reticolo fittissimo di esperienze ed emozioni che è lecito vivere intensamente prima della morte".

Da wikipedia.


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