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Pro Letteratura e Cultura

Lorenzo Spurio intervista lo scrittore di origini brasiliane Julio Monteiro Martins

2 Settembre 2012, 11:52am

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

«[D]irei che “falsi scrittori” sono quelli che scrivono con fini strettamente commerciali, gli autori dei “best seller” o candidati a tale, che scrivono una sorta di spazzatura modellata di proposito per corrispondere a un conformismo prefabbricato dal marketing delle case editrici e dello squallido collaborazionismo di una certa stampa. Falsi scrittori che sfornano falsi romanzi erotici, falsi gialli e noir, falsi splatter, false storie d’amore per adolescenti, false fiabe fantasy medioevali inzuppate di un’ideologia di destra, proponendo un ritorno alle caste sociali, false autobiografie lacrimose, falso umorismo politico che in fondo fa propaganda subliminale in favore di quello che finge di criticare, falso misticismo e esoterismo da shopping-center, falso eroismo da guerrigliero fasullo nella “giungla” della Costa Smeralda. La vera letteratura tuttavia persevera, al buio, sotto questa montagna di detriti che cerca di sotterrarla ogni mattina dell’anno. E, sai, una valanga di spazzatura non può fare una biblioteca, semmai fa una discarica. Sono i falsi scrittori quelli che svendono l’arte letteraria con una retorica di facile digestione, semplicistica e banale, ingannevole, farcita di stereotipi e che strumentalizza vecchi e logorati preconcetti e luoghi comuni duri a morire per così cadere nelle grazie di un pubblico estivo saltuario e poco esigente, facendo appello ai sentimenti peggiori di questo, alla dimensione più arretrata di una società che invece ha un bisogno irrimandabile di modernizzarsi, di aprirsi, e che è ancora molto restia al diverso, ha paura e diffidenza di tutto quello che ancora non gli è familiare, altro che “ospitalità comunitaria”. Solo a pensarci, o a ricordare certi brani dei cosiddetti “libri di successo” in cui incappo casualmente, mi viene il voltastomaco. Senza mai smettere di combattere questa corruzione generalizzata dell’arte letteraria, devo anche assuefarmi un po’ a questa schifezza per non soffrire troppo. Condivido in pieno l’indignazione di Pablo Neruda, che in risposta a una domanda sulla verità della sua poesia si è alzato e ha risposto: “Dios me libre de mentir cuando estoy cantando”».

Julio Monteiro Martins


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