Ricordo della poetessa, critico letterario, saggista e scrittrice Lucia Bonanni (1951-2024), a cura di Emanuele Marcuccio
Lo scorso pomeriggio di martedì 9 luglio (informato dalla figlia, la Prof.ssa Sabrina Tosi Cambini) ho appreso con grande dispiacere della scomparsa della poetessa, critico letterario, scrittrice e saggista e cara amica Lucia Bonanni (Avezzano, AQ, 16 marzo 1951 – Scarperia e San Piero a Sieve, FI, 9 luglio 2024).
La incontrai di persona a Jesi (AN) – dopo una fitta corrispondenza iniziata nell’agosto del 2015 – il 12 marzo del 2017, per la cerimonia di premiazione della quinta edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, dove si era recata per ritirare il primo premio assegnatole per la sezione poesia in lingua con la poesia “Da Viznar a Prypiat”, prima premiata su un totale di 986 testi giunti da ogni parte d’Italia e rigorosamente anonimi.
i bambini di Viznar
mangiano croste di pane
nero e sotto il lucore della luna
nuova al bivio di Alfacar
per la strada serpentina corrono
in cerca di poetiche presenze
i bambini di Prypiat
mangiano fette di pane
bianco, unto con scorie radioattive
tra fumi accecanti e case deserte
sotto i raggi di una luna in lutto
con la voce rotta dalle vampe
graffiano versi di preghiera
e le ustioni nelle ossa corrono
a cercare unguenti
nella foresta rossa dove si aggira l’orso
i bambini andalusi
hanno negli occhi i sogni
delle mele rosse
e tra muri a secco e pallide infiorescenze
giocano con bambole di pezza
e spade di cartone
e già vedono nella città fantasma
i compagni ucraini che raccattano
numeri atomici e pezzi di reattori
dalle vie di Viznar alla città di Prypiat
la solitudine è tragedia immane
e la primavera ugualmente perde
le gemme
tra aranci denudati e il livore tossico
di paludi oscene
La motivazione del conferimento, scritta dal sottoscritto su invito del presidente e fondatore del premio Lorenzo Spurio e letta nel giorno della cerimonia di premiazione, così recitava: «In cinque rapide e taglienti strofe la poetessa istituisce diacronicamente un raffronto spazio-temporale tra due ambiti socio-culturali lontanissimi e diversissimi ribadendo i diritti dell’infanzia che sono uguali per tutte le latitudini. Presenta così, agli occhi del lettore “incantato” una “invitation au voyage” nella terra andalusa dei bambini di Viznar, all’indomani dell’assassinio del poeta F.G. Lorca, per poi catapultarlo, ai giorni nostri, nella terra ucraina dei bambini di Prypiat. L’intera lirica evoca in maniera inequivocabile un grido al mondo contro ogni regime totalitario».1
Tengo molto cara una foto che mi ritrae insieme a Lucia Bonanni; la voglio ricordare così, spensierata e piena di vita.
Le sarò sempre grato per la stima, l’amicizia e per l’apprezzamento della mia scrittura, per aver voluto spendere il suo tempo anche nell’analizzare con saggi e recensioni la mia produzione letteraria. Anche per l’apprezzamento del caro progetto di poesia “Dipthycha” concretizzatosi con la sua partecipazione al terzo e al quarto volume, oltre che con poesie in dittico e in trittico, con saggi introduttivi ad altrettanti dittici a due voci con autore classico. Anche per l’apprezzamento della mia cara opera poetica e teatrale «Ingólf Arnarson» (2017) concretizzatosi nella scrittura di un saggio monografico articolato in venticinque agili capitoli, tuttora inedito, che spero possa vedere la luce delle stampe, seppure in forma postuma.
Una critica letteraria quella della Bonanni sempre puntualissima e delicatissima, ma allo stesso tempo vasta e profonda; sempre capace di leggere tra gli spazi bianchi di una poesia, guidando il lettore in un vero e proprio viaggio letterario tra i righi di quella poesia, anche tra quelle pause, tra il non detto e il sottaciuto, e poi quegli stessi versi li rapportava ai grandi classici in una lettura di profondo e vasto respiro. Una critica che non rinunciava mai alla chiarezza semantica e, cosa notevole, forse perché anche poetessa, si approcciava al testo letterario, sia esso prosa o poesia, sempre con sensibilità, con una certa delicatezza, anche quando andava ad analizzare nei suoi saggi o narrava nei suoi racconti tematiche scottanti e drammatiche. Insomma, ogni volta che ci avviciniamo a un saggio o a un racconto di Lucia Bonanni si percepisce alla lettura un tocco squisitamente femminile.
Quanto alla sua scrittura poetica, è bella, scolpita e commossa: ogni verso è uno sbalzo lapidario e potente.
Infine, la ringrazio anche per aver affidato alla mia cura editoriale anche i suoi ultimi due libri lasciati in bozza, che, ormai, potranno uscire solo postumi.
Emanuele Marcuccio
Palermo, 15 luglio 2024
1 La commissione di Giuria era composta da: Susanna Polimanti (Presidente di Giuria), Lorenzo Spurio (Presidente e fondatore del Premio), Emanuele Marcuccio, Valentina Meloni, Michela Zanarella, Giuseppe Guidolin, Alessandra Prospero, Stefano Baldinu, Luigi Pio Carmina, Cinzia Franceschelli.
scritti bonanniani - Pro Letteratura e Cultura
Questo blog, creato e curato dal poeta e aforista Emanuele Marcuccio, è dedicato ai libri pubblicati, al mondo della scrittura, alla promozione degli amici autori/artisti e alle segnalazioni
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