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Pro Letteratura e Cultura

La Notte Santa, poesia di Guido Gozzano

24 Dicembre 2014, 20:23pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

 

LA NOTTE SANTA1

(di Guido Gozzano)

 

 

Federico Barocci (1535-1612): La Natività (1597), Madrid, Museo del Prado


 

 

- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!

Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.

Presso quell'osteria potremo riposare,

ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.


Il campanile scocca

lentamente le sei.

 

- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?

Un po' di posto per me e per Giuseppe?

- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;

son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

 

Il campanile scocca

lentamente le sette.

 

- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?

Mia moglie più non regge ed io son così rotto!

- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:

Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.

 

Il campanile scocca

lentamente le otto.

 

- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno

avete per dormire? Non ci mandate altrove!

- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno

d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.

 

Il campanile scocca

lentamente le nove.

 

- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!

Pensate in quale stato e quanta strada feci!

- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.

Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...

 

Il campanile scocca

lentamente le dieci.

 

- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?

Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?

L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame

non amo la miscela dell'alta e bassa gente.

 

Il campanile scocca

le undici lentamente.

 

La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?

- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!

Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...

Maria già trascolora, divinamente affranta...

 

Il campanile scocca

La Mezzanotte Santa.

 

È nato!

Alleluja! Alleluja!

 

È nato il Sovrano Bambino.

La notte, che già fu sì buia,

risplende d'un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaje

suonate; squillate, campane!

Venite, pastori e massaie,

o genti vicine e lontane!

 

Non sete, non molli tappeti,

ma, come nei libri hanno detto

da quattro mill'anni i Profeti,

un poco di paglia ha per letto.

Per quattro mill'anni s'attese

quest'ora su tutte le ore.

È nato! È nato il Signore!

È nato nel nostro paese!

Risplende d'un astro divino

La notte che già fu sì buia.

È nato il Sovrano Bambino.

 

È nato!

Alleluja! Alleluja!

 

 

 

 

1 Guido Gozzano (1883-1916), da Poesie sparse.

 


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