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Pro Letteratura e Cultura

Dal «De Monarchia» di Dante Alighieri

7 Febbraio 2014, 13:03pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

 

 

Luca Signorelli: Dante, part. affresco della cappella di San Brizio, Duomo, Orvieto. www.upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/de/Dante_Luca.jpg

Gli uomini tutti, cui la natura superiore ha infuso l'impulso ad amare la verità, sembrano dare il massimo valore al fatto di lavorare per i posteri, onde questi ricavino un arricchimento dalle loro fatiche, così come essi stessi sono stati arricchiti dal lavoro degli antichi. Stia quindi pur certo di aver mancato al proprio dovere colui che, dopo aver fruito di tanti insegnamenti forniti dalla società, non si cura poi a sua volta di recare qualche contributo al bene comune: egli infatti non è un «albero che lungo il corso delle acque porta frutti nella sua stagione», ma piuttosto è una voragine perniciosa che ingoia sempre senza mai restituire quanto ha ingoiato. Perciò, ripensando spesso fra me queste cose e non volendo un giorno essere tacciato di aver colpevolmente sotterrato il mio talento, desidero non solo accrescere la mia cultura, ma anche portare frutti per il bene pubblico, dimostrando delle verità che altri non hanno mai affrontato.

Dante Alighieri, De Monarchia, Libro I, cap. I


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