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Pro Letteratura e Cultura

“Su «Sempre aperto teatro» di Patrizia Cavalli”, saggio poetico di Stefano Bardi

15 Luglio 2022, 19:26pm

Pubblicato da Emanuele Marcuccio

Grato allo stimato autore Stefano Bardi anche per la dedica in calce, anche alla mia cara madre!

Emanuele Marcuccio

Vita: teatrale dramma sociale

Su «Sempre aperto teatro» di Patrizia Cavalli

 

Saggio poetico di Stefano Bardi

 

 

 

Vita! Piovano vento reminiscenziale, che, nuota in commossi sguardi obliati dentro temporaleschi risi, come “I ricordi del cuore” (di Amedeo Minghi). Vita, come arcobaleno chiarificante scucite brume, purificante fangose lacrime e riscaldante ambigue carezze, come “Vita” (di Lucio Dalla e Gianni Morandi). Vita! Guerrigliero urlo contro disumane socialità, false riverenze e blasfeme religiosità, come “C’è chi dice no” (di Vasco Rossi). Urlo di ribellione, ovvero Libertà curanti fragili lacrime e colmante stuprati silenzi, come “Libertà” (di Al Bano e Romina Power). Vita, cioè drammatico palcoscenico esistenziale, come nella raccolta poetica Sempre aperto teatro di Patrizia Cavalli (1947 – 2022). Teatro, ovvero incerti amori emotivi percorrenti vacue stanze di hotel, poiché tardigradi passi svogliati, che, sono accecati da flosci e smorti sguardi insicuri. Lascivi passi persi dentro statiche clessidre gabbate, che, si confondono in noiosi tifoni piovani. Uggiosi, incresciosi e soporiferi tifoni dagli sballati canti annegati dentro salati sguardi, ovvero lacrime sperdute in benevole lande. Tenere spiagge marchianti tachicardici ansimi nascosti dietro smorte labbra orlate, ovvero psicopatici fari marini incatenati. Dolci lande interiori, come vongolare notti dagli indulgenti cuori scheletrici, poiché carnali equivoci operati. Notti, cioè sterili campagne offuscate, che, cullano vive luci cimiteriali. Sepolcrali luci, come adolescenziali affetti confusi da robotiche parole e affogati dentro depravate sessualità etico-sociali, come “Calzoncini e infradito” (di Jonathan Rizzo). Adolescenziali carezze partorienti esistenziali paure e interiori domande di vita, ovvero cinerei visi dormienti su infiniti deserti profumati di lavanda, come “Si rincuorano i ricordi nei bauli (di Caterina Camporesi). Incarcerate reminiscenze, come emozioni risorte, per purificarsi nella Luce fondendosi, con incerte carnalità passionali. Teatro, questo, simboleggiante la Vita, come emotivo oceano curante mortali lacrime dalle piovane solitudini, ovvero la poesia “Mille parole” (di Aka 7even). Vita, come oscuri tunnel mentali conducenti a intime follie affettive, ovvero “Cancelli di mezzanotte” (di Rkomi). Psichedelici tunnel, cioè figliali pianti drogati da fraterni funerali soffocati dentro spirituali voli, come “La solitudine” (di Rkomi). Vita, questa, come grido denunciatore verso minacciose lacrime e diaboliche emozioni mortali, ovvero “Terra mia” (di Pino Daniele). Avide risa sociali abusanti, picchianti, deridenti e soffocanti aspre terre di nessuno, come “Terra ‘e nisciuno” (di Teresa De Sio). Vita, cioè materna carezza verso migranti lascianti insanguinate case per coperte, pani e visi dove asciugare aspre lacrime, come nella poesia “Migranti” (di Marco Bordini). Fratelli affoganti in aspri mari tirannici, come “Mare” (di Antonio Cerquarelli). Vita, cioè zeffirei baci salvanti giovani drogati, poiché figli dai melodiosi canti sussurranti lunari nenie e partorienti solari risi pedagogici, come nel “Cantico dei drogati” (di Fabrizio De André). Vita, ovvero Cuore di Gesù curante blasfeme piaghe sanguinanti, come nelle poesie-laude “Visione” (di Emanuele Marcuccio) e “Io ti cerco e Caro Gesù (di Al Bano e Romina Power).

 

Possa sempre la Vita, per Emanuele Marcuccio, essere purpureo granaio, balsamico oceano emotivo e treno conducente verso Compassioni e Fratellanze. Possa sempre la Vita, per Emanuele Marcuccio, essere un grido di ribellione contro indigenze, abusi, lacrime, povertà, xenofobie e disuguaglianze, poiché tutti divini Fratelli. Possa la Vita, essere per Emanuele Marcuccio messianica fonte dove cicatrizzare ogni sua lacrima interiore. Possa Dio proteggere la sua Mamma da ogni turbamento, lacrima, ansia e bruma.

 

Stefano Bardi

 

 

Bibliografia/Discografia di riferimento

AKA 7EVEN, Aka 7even, Columbia/Sony Music, 2021.

BORDINI MARCO, Jesi ieri, Le Mezzelane Casa Editrice, Santa Maria Nuova, 2016.

CAMPORESI CATERINA, Duende, Marsilio, Venezia, 2003.

CARRISI ALBANO; POWER ROMINA, Felicità, Baby Records, 1982.

CARRISI ALBANO; POWER ROMINA, Che angelo sei, Baby Records, 1982.

CARRISI ALBANO; POWER ROMINA, Libertà!, Warner Music Group, 1987.

CAVALLI PATRIZIA, Sempre aperto teatro, Einaudi, Torino, 1999.

CERQUARELLI ANTONIO, Myricae, Vincenzo Lo Faro Editore, 1984.

DALLA LUCIO; MORANDI GIANNI, Dalla/Morandi, RCA/Pressing, 1988.

DANIELE PINO, Terra mia, EMI, 1977.

DE ANDRÉ FABRIZIO, Tutti morimmo a stento, RCA Italiana, 1968.

DE ANDRÉ FABRIZIO, Tutte le canzoni, Mondadori, Milano, 2006.

DE SIO TERESA, Tre, Philips, 1983.

MARCUCCIO EMANUELE, Visione (1990 – 2014), PoetiKanten, Sesto Fiorentino, 2016.

MINGHI AMEDEO, I ricordi del cuore, Fonit Cetra, 1992.

RIZZO JONATHAN, Le scarpe del flaneur, Ensemble, Roma, 2020.

RKOMI, Io in terra, Universal, 2017.

RKOMI, Taxi Driver, Island/Universal/Thaurus, 2021.

ROSSI VASCO, C’è chi dice no, Carosello, 1987.

ROSSI VASCO, Le mie canzoni, Mondadori, Milano, 2005.

 

 

 

Pubblicato su autorizzazione dell’autore Stefano Bardi che ha dichiarato, sotto la propria responsabilità, di essere proprietario dei diritti sul relativo testo e che la pubblicazione su questo blog è consentita dietro la propria autorizzazione. La pubblicazione – in forma integrale o di stralci – senza corretta attribuzione non è consentita, in assenza del permesso dell’autore.

Immagine pubblicata a fini esclusivamente illustrativi e culturali e non commerciali.


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