“Dialetto: Emotiva e oceanica lingua fraterna. Su Tutto accade e niente dura di Giovanni Ricciotti”, saggio poetico-musicale di Stefano Bardi
Con sentita gratitudine pubblico questo saggio poetico-musicale di Stefano Bardi: un viaggio letterario, poetico e musicale che parte da Genova attraversando il centro Italia con la Cupramontana di Giovanni Ricciotti per poi alla fine giungere alla "Felicissima", la mia amata Palermo con "A sera", poesia che scrissi nel 2014.
Dialetto: Emotiva e oceanica lingua fraterna
Su Tutto accade e niente dura
di Giovanni Ricciotti
Saggio poetico-musicale di Stefano Bardi
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All’amico Giovanni Ricciotti, che,
ci dipinge come Universali Fratelli e
Figli di Dio diffondenti nel Mondo,
Compassione, Amore,
Pace e Povertà.
(L’Autore, con Amicizia e Affetto)
Genova! Magica, balsamica e alchemica terra accarezzata dal calmo, messianico e paradisiaco Tirreno che purifica spirituali lacrime interiori, uggiose ansie etiche ed emotive, lacerate carnalità sociali e paurose ferite affettive, per mutarle in oceaniche rotte ancestrali verso universi, in cui l’Amore vola libero con ali di gabbiano, come mostratoci dal cantautore Bruno Lauzi nella poesia “Genova e la luna” e nelle poesie del poeta, cantautore e scrittore Fabrizio De André. Genova, città dalle isolate campagne interiori e dai quotidiani soli piovani, che, ci immergono in commoventi reminiscenze nostalgiche, puerili, come evocato dal cantautore, pianista e pittore Paolo Conte nella poesia “Genova per noi”. Abbandoniamo Genova giungendo nell’alchemica ed ebbra Bologna, con la sua agnostica prepotenza comunista e la drogata filosofia oppiacea, ovvero una Madre curante burrascose chimere utopiche e stizzite emozioni capricciose, figliali, con tiranniche povertà mezzadre, come cantato dal poeta, cantautore, regista e scrittore Francesco Guccini nelle poesie “Bologna” e “Venezia”. Bologna, città avidamente cibata con folli emozioni sociali e ancestrali specchi lunari in cui si fondono selvagge sessualità, come scrive il poeta Lucio Dalla nella poesia “Dark Bologna”.
Lasciamo Bologna per giungere nella magica città costiera di Portonovo, ovvero onirico universo smagliante oscuri spiriti da astiosi rimorsi partoriti da arrugginiti, ovvero triste universo accarezzato da un balsamico Adriatico che ci spolpa nel profondo del proprio spirito, fino a gettarci nel pubblico vituperio, con le nostre blasfeme nudità scheletriche. Ignude scheletricità e lacrimanti dipartite, le nostre, come timide emozioni fuggenti da mortali melodie per rifugiarsi in candidi e balsamici feti materni, come ci mostra il poeta Franco Scataglini nelle poesie “Portonovo”, “So’ rimaso la spina”, “Banchine invernali” e “Madri lascive e oneste”. Partiamo da Portonovo per perlustrare l’interno anconetano arrivando a Sassoferrato, un mondo dove puerili emozioni fanciullesche si perdono in magiche campagne cosmico-lunari, come evidenziato dal poeta, scrittore, dantista Antonio Cerquarelli nelle poesie “In itinere” e “Silenzio”.
Lasciamo questa cittadina, per tuffarci nell’ultima tappa del nostro viaggio, ovvero il Meridione come un magico Getsemani in cui leggiadre fanciullezze profumate di lavanda e vituperate adolescenze criminali, si fondono con tristi migrazioni sfidanti superstiziose, stralunate e illegali eticità come mostratoci dal cantautore e poeta Albano Carrisi nella poesia “Era casa mia”, dalla cantautrice, musicista, scrittrice Teresa De Sio in “Terra ‘e nisciuno” e dal cantautore Eugenio Bennato in “Sponda Sud”, “Ritmo di Contrabbando” e “Grande Sud”.
Lasciamo definitivamente il Meridione e ritorniamo nel paese da dove siamo partiti, ovvero nella cittadina di Cupramontana conservante l’opera Tutto accade e niente dura del cantastorie e poeta Giovanni Ricciotti (Borgo Tufico, 1950). Opera poetica dialettale questa, che, ci immerge nei valori Cristiani come ad esempio la Povertà mutante il quotidiano in un oceanico granaio affettivo, la Morte battezzante gli animi mossi da fraterne compassioni e il rispetto urlante parole colme di Amore, ma infettate da avide eticità spirituali incarcerate, in depravate e corrotte carnalità terrene. Insegnamenti, precetti e sermoni, qui usati, come denuncia contro l’attuale Società animata, fecondata, stuprata e cibata (parzialmente) con Fascismi economico-bancari che spolpano fragili carni, scarnificanti, oneste eticità, che soffocano fraterne amicizie affettivo-amicali mutando gli Uomini in vacui spiriti gitani. Nomadi spiriti zingareschi, gli Uomini, abusanti innocenti infanzie, che picchiano angeliche donne procurando sul loro balsamico viso incurabili lacrime oceaniche, ma allo stesso tempo, come illuminati e devoti Figli di Dio, che curano in silenzio avide melodie interiori e ingorde carnalità, attraverso fratellanze sociali ed elemosine alimentari, poiché battezzate in balsamici, intimi, ed elisiaci filtri medicanti le più oscure, indigenti e povere lacrime terrene. Pii figli divini, alcuni Uomini, che si muovono nella moderna Società sottomessa da criminali politiche bancarie che irridono sulle altrui speranze e svogliate politiche lavorative partorienti asociali lacrime, ma in particolar modo come individui bestemmiati, umiliati, schiaffeggiati e disprezzati selvaggiamente, in quanto, soccorrenti semplicemente poveri cristi che fuggono da insanguinate e bellicose terre natie per una coperta con cui scaldarsi, un tozzo di pane con cui sfamarsi, una carezza per sentirsi chiamare Fratelli e un materno viso dove poter asciugare dolorose, sanguinanti, strazianti e cimiteriali lacrime colme di tombali urla puerili. Pii e devoti Figli di Dio circondati nel terreno Cammino da adolescenti e minorenni teppisti uniti in baby-gang, che stuprano delicate femminilità come carni da macello, diffondono sintetiche droghe che bruciano vacui cervelli e diventano maturi uomini perseguitati da paurosi rimorsi puerili, ovvero un crucciato e triste passato popolato da nostalgiche brume balsamiche, che, si immergono scioccamente dentro xenofobe, razziste e fasciste ideologie destroidi, che mutano dolorose lacrime sanguigne, in pestilenziali venti da soffocare. Selvagge giovinezze e balsamiche adolescenze dallo stesso destino esistenziale, poiché condannate a cibarsi avidamente con ignoranze linguistico-verbali, pornografici sessi, amare lacrime, infezioni socio-ambientali e bestemmie etiche, per risorgere come terreni Apostoli per portare nel Mondo la Parola di Dio. Terreni Apostoli in particolar modo, come tristi creature terrene dai vitrei sguardi e dai secchi granai interiori arsi dal sole, come dipinto dal poeta Marco Bagnerini in Sogno d’estate... Opera, quella del cuprense-fabrianese, come una Via che simboleggia il vacuo e doloroso pellegrinaggio terreno degli Uomini verso la Libertà, come una strada che spalanca universi animati da calorose carezze, amorose fratellanze e affettive compassioni, che purificano carceri interiori, in melodici usignoli che diffondono verginee, cristalline, balsamiche emozioni etiche, interiori e sociali, come mostratoci dal cantautore, poeta e compositore Lucio Battisti in “Il mio canto libero”. Mondo, questo, come le dolci sere palermitane in cui la luna affoga dolci, dolorosi, oscuri, lacrimanti pianti nell’immenso mare calmo senza tempo e colmo di fraterne compassioni, come metaforizzato dal poeta, aforista e curatore editoriale Emanuele Marcuccio nella poesia “A sera”.
Stefano Bardi
Bibliografia di Riferimento:
BAGNERINI MARCO, Affinità-divergenze tra me stesso e il resto del conseguimento della maggiore età. Poesie (2015-2019), Autoprodotto, 2020.
CERQUARELLI ANTONIO, I calanchi del tempo, Il Sanguerone, Sassoferrato, 2020.
GUCCINI FRANCESCO, Stagioni, Einaudi, Torino, 2007.
LOMBARDI IURI; MARCUCCIO EMANUELE; SPURIO LORENZO; CARMINA LUIGI PIO, I grilli del Parnaso. Alterne Stratificazioni, PoetiKanten, Sesto Fiorentino, 2016.
RICCIOTTI GIOVANNI, Tutto accade e niente dura, Tipografia Abbateli, Castelplanio, 2020.
SCATAGLINI FRANCO, So’ rimaso la spina, L’Astrogallo, Ancona, 1977.
SCATAGLINI FRANCO, Rimario agontano (1968-1986), Scheiwiller, Milano, 1987.
Discografia di Riferimento:
BATTISTI LUCIO, Il mio canto libero, Numero Uno, Milano, 1972.
BENNATO EUGENIO, Grande Sud, EDEL, 2008.
BENNATO EUGENIO, Canzoni di contrabbando, iCompany, Roma, 2016.
CARRISI ALBANO, Cercami nel Cuore della Gente, AC Production, Cellino San Marco, 2007.
CONTE PAOLO, Paolo Conte, CGD, Milano, 1984.
DE ANDRÉ FABRIZIO, Creuza de mä, Ricordi, Milano, 1984.
DE SIO TERESA, Tre, Philips, Amsterdam, 1983.
GUCCINI FRANCESCO, Metropolis, EMI Music Italy, Milano, 1981.
LAUZI BRUNO, Il dorso della balena, Pincopallo, 1992.
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